Tuesday, April 10, 2018

La stagione dell'amore e delle tasse


E no, mio malgrado con aprile non giunge la stagione dei parallelogrammi, che anch'io come Sage Boggs avevo ben studiato a scuola, ma quella delle tasse.
Però, con essa, arriva anche il giorno in cui da anni il Teodolindo ed io ci diamo appuntamento in centro città per incontrare il nostro contabile e quel giorno è uno dei nostri preferiti di tutto l'intero anno.
Il nostro contabile è un ex impiegato dell'Agenzia delle Entrate del Quebec. Monsieur Elle ha circa 70 anni, molti dei quali spesi studiando alacremente le imposte altrui e ci si è appassionato al punto da non capire come gli altri non possano essere altrettanto entusiasti dell'intero processo di tassazione provinciale e federale. A noi ricorda spaventosamente l'ispettore fiscale de La cena dei cretini, questo qui se avete presente



Lo incontriamo all'Agenzia delle Entrate, in fine mattinata, e lui ci riceve sempre vestito con camicie dai colori sgargianti - oggi rosso fragola - su cui abbina una cravatta regimental in tinta.
Noi arriviamo a modo nostro: io trafelata mi catapulto a piedi giù dal lavoro, con nello zaino i miei documenti e ricevute per la mia parte di dichiarazione. Includono fotocopie, fogli stampati due minuti prima sul retro di articoli scientifici, scontrini sbiaditi. Il tutto ficcato nello zaino così come viene.
Il Teodolindo giunge in metropolitana, fresco come una rosa, con la sua cartelletta di scartoffie che ha ordinato per argomenti (rimborsi medici, spese di trasporto pubblico, ricevute di donazioni a enti) e di cui ha fatto poi un prospetto riassuntivo.
Io sono scoglionata e penso solo al dopo incontro, il Teodolindo è eccitato come un bambino perché a lui piace imparare robe nuove sul sistema fiscale canadese e gli piace sentirsi dire che ha fatto un bel lavoro nell'organizzare le ricevute, a differenza mia.
Di solito Monsieur Elle inizia con me: "Vediamo cosa mi hai portato". Non si capisce bene perché ci dia del tu, ma tant'è e io gli do il mio plico. Poca roba in effetti, visto che il mio lavoro è esclusivamente da dipendente di un solo datore. In due minuti ho finito, mi rilasso e mi godo quel che sta per arrivare, perché da sempre, se io sono quella che fa le cose all'ultimo minuto dopo dieci promemoria del Teodolindo "Ricordati che martedì andiamo da Monsieur Elle!", il mio sposo è quello che, nonostante l'organizzazione maniacale, dimentica immancabilmente qualcosa. Ma sempre qualcosa di grosso, eh! Con Monsieur Elle che si stupisce "Ma come? Non mi hai portato la ricevuta dell'assicurazione medica?", e il Teodolindo costernato che evita di guardarmi perché sa che io ho il mio sorrisino compiaciuto sulla faccia.
Oggi riflettevo sul fatto che io aspetto puntualmente quel momento perché mi ricorda di come io e il Teodolindo siamo diversi e forse è anche questo l'ammmore tra noi. Il guardarci così diametralmente opposti  - io che sbircio instagram mentre Monsieur Elle parla e mi becco le occhiatacce del Teodolindo, e il Teodolindo che fa domande sulle riforme e io che lo fulmino per intimarlo a piantarla lì che chi se ne fotte delle riforme fiscali del Quebec- e riuscire a sorridere a vicenda per l'irritazione che l'atteggiamento dell'altro ci provoca.
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Monsieur Elle ogni volta riesce a congedarci dicendo qualcosa di inappropriato, e spesso lo fa volendo invece essere simpatico. Un anno è il commento sugli italiani, un altro sui cinesi, quest'anno è riuscito a dirci "Ah avete avuto una bambina! Sarete contenti adesso di averne una davvero vostra, non come il primo!". Gelo.

Salutato Monsieur Elle, ci aspetta un signor pranzo nel ristorante giapponese proprio di fronte all'Agenzia delle Entrate, zona in cui altrimenti non andiamo mai, anche perché il ristorante è chiuso nel fine settimana.
Il pranzo non solo è un tuffo nel passato che ci riporta al nostro viaggio di nozze in Giappone e uno degli ormai pochi pranzi romantici noi due soli, ma è anche un momento che fa da segnatempo: ci ricordiamo a vicenda che tre anni fa ci eravamo venuti soli e che faceva un freddo becco, che due anni fa ci eravamo portati dietro il Sig. Tenace che ancora non andava all'asilo e che l'anno scorso non si era fatto nessun pranzo perché io ero dilaniata dalle nausee.

Finito il pranzo di solito ci salutiamo, ognuno ritorna al proprio lavoro, tranne quest'anno che siamo addirittura rientrati a casa insieme visto che siamo nel periodo di passaggio di consegne tra il mio congedo di maternità e il suo di paternità.

E tornando all'inizio del post, adesso che ci penso, se questo giorno è uno dei nostri preferiti di tutto l'intero anno forse siamo messi un po' male.

3 comments:

  1. Beh Monsieur L è insopportabile, le tasse quando servono al bene pubblico sono un dolore tollerabile però ci sono il pranzetto da piccioncini e la schermaglia da opposti che si attraggono quindi dai perché non dovrebbe trattarsi di una buona giornata?

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  3. Cara, che personaggio, questo Elle! Ma prima o poi ce lo dirai che il Teodolindo almeno qualche volta ti fa incazzare per bene come gli altri mariti comuni mortali? Perché qui stai creando ansia da prestazione... Forse il paternity leave sarà la volta buona!

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